giovedì 8 ottobre 2009

Toño ti ricordiamo così

Posted by Picasa
IL SOLE SPLENDA CALDO E MITE PER TE,
NELLA NOTTE PIU' NERA BRILLI QUALCHE STELLA.
LA MATTINA PIU' TETRA TI OFFRA UN PO' DI LUCE.
E QUANDO SCENDERA LA SERA, DIO TI TENDA LA MANO.

lunedì 2 febbraio 2009

Il Vaticano contro ogni ecumenismo e contro ogni teologia della Liberazione.

Chi è Jon Sobrino
Sobrino è un teologo gesuita sopravvissuto - perché si trovava in Thailandia - al massacro della Uca (Università centroamericana dei gesuiti a San Salvador), avvenuto il 16 novembre del 1989. Furono assassinati, quel giorno, il rettore Ignacio Ellacurìa, spagnolo, uno dei più grandi teologi della liberazione, i suoi confratellii Segundo Montes, Ignacio Martín Baró, Amando López, Juan Ramón Moreno, spagnoli, e Joaquín López-López, salvadoregno. Insieme a loro morirono, perché non restassero testimoni, la cuoca Julia Elba Ramos e sua figlia Celina.




IL VATICANO E’ ORMAI SOLO UNA MACCHINA DA GUERRA CONTRO OGNI ECUMENISMO E CONTRO OGNI TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE.

[...] prima le condanne verbali che aprono poi la strada alle aggressioni fisiche o ai veri e propri omicidi, come è successo in America Latina con i tanti martiri della teologia della liberazione a cominciare da Oscar Romero. Violenza fisica di fatto autorizzata dalla violenza verbale, dall’assolutezza della condanna delle idee che trova sempre chi si sente poi autorizzato a passare dalle parole ai fatti, sentendosi legittimato da cotante prese di posizione. Senza voler dimenticare che nei periodi bui dell’inquisizione gli omicidi degli scomunicati erano autorizzate espressamente nelle bolle papali [...]
Chiesa cattolica
Condanno quindi esisto. Scomunicato JON SOBRINO, teologo della liberazione salvadoregno.



Solidarietà a Jon Sobrino e alla teologia della liberazione.
di Sergio Grande

“Io vi do un nuovo comandamento: che vi amiate gli uni gli altri. Come io vi ho amati, anche voi amatevi gli uni gli altri.” (Giov 13,34); “Portate i pesi gli uni degli altri e adempirete così la legge di Cristo.”( Ga 6,2): questo il Vangelo di Gesù.Ma la realtà delle chiese cristiane è tutt’altra. Quella “cattolica romana”, in particolare, ha dimenticato completamente questo “Vangelo” e lo ha sostituito con un “condanno quindi esisto” praticato a tutto campo.Si condanna di tutto di più: i DICO, i PACS, le fecondazione assistita, l’uso del preservativo, il divorzio, ... ma soprattutto i teologi della liberazione, ultimo in ordine di tempo JON SOBRINO, gesuita salvadoregno che solo per caso scanpò al martirio ma che non è sfuggito alle “cure” della Congregazione per la dottrina per la fede che il prossimo 15 marzo pubblicherà un documento di condanna delle ricerche sul Gesù storico da lui compiute. Una condanna che è una vera e propria scomunica, come ai tempi bui della Inquisizione che mai ha cessato di funzionare. Tanto impegno contro la gente e contro chi si batte per i diritti degli ultimi della terra, come Jon Sobrino, ma poco o nulla viene fatto dal Vaticano contro la guerra: solo dichiarazioni formali da un lato mentre dall’altro vi è il sostegno aperto alle politiche militari degli imperi, a cominciare da quello USA. Ed il sostanziale appoggio alle logiche di guerra si vede dai rapporti esistenti fra importanti organismi ecclesiastici e aziende militari come la Finmeccanica o le Banche Armate (come dimenticare che le giornate mondiali della gioventù sono state finanziate dalle cosiddette “Banche armate” che finanziano le industri militari?). E ora con un generale di corpo d’armata, ex capo dei cappellani militari italiani, a capo della CEI bisogna attendersi una ulteriore militarizzazione della chiesa cattolica. I segnali ci sono tutti, se si pensa all’aggressione fisica subita a Parma da don Luciano Scaccaglia per le sue posizioni a sostegno dei DICO, o alle aggressioni a cui sono sottoposti sempre più spesso gli omosessuali, anch’essi oggetto di campagne di odio del tutto antievangeliche.E’ sempre così: prima le condanne verbali che aprono poi la strada alle aggressioni fisiche o ai veri e propri omicidi, come è successo in America Latina con i tanti martiri della teologia della liberazione a cominciare da Oscar Romero. Violenza fisica di fatto autorizzata dalla violenza verbale, dall’assolutezza della condanna delle idee che trova sempre chi si sente poi autorizzato a passare dalle parole ai fatti, sentendosi legittimato da cotante prese di posizione. Senza voler dimenticare che nei periodi bui dell’inquisizione gli omicidi degli scomunicati erano autorizzate espressamente nelle bolle papali.Fino a quando? Quando riusciremo a liberare Gesù dalle orribile macchina di oppressione che gli è stata costruita addosso?Lunedì, 12 marzo 2007

La prefrenza di Dio per i poveri

Volgendo lo sguardo, Cristo osservava alcuni ricchi che gettavano le loro offerte nel tesoro. Vide pure una povera vedova che vi lasciò cadere due piccole monetine, e disse: « In verità vi dico che questa povera vedova ha messo più di tutti gli altri; perché tutti gli altri hanno dato del loro superfluo, mentre costei nella sua indigenza, ha dato quanto le restava per vivere ». (Lc 21, 1-4)


«La Teologia della liberazione è nata dal confronto tra la fede cristiana e la povertà. Questa situazione è sempre presente. La povertà è presente nel mondo e la Bibbia, la fede cristiana e il messaggio evangelico hanno una parola da dire su questo. Se la povertà è là, allora in questo caso la Teologia della liberazione ha senso. Cosa è importante? L’opzione preferenziale per il povero. Oggi si chiama così, ma l’idea è molto vecchia. Questo è il centro della Teologia della liberazione. La prefrenza di Dio per i poveri e gli abbandonati si manifesta lungo tutta la Bibbia. Nel Vangelo è il caso dei più deboli e bisognosi, dei malati, dei pubblici peccatori, delle donne e dei bambini».

Teologia della Liberazione



Ringrazio il Sig. ROBERT JARA in quanto mi ha dato la possibilità di creare questo blog per portare a tutti la conoscenza di questa corrente di pensiero.




TEOLOGIA DELLA LIBERAZIONE Corrente di pensiero cattolica, sviluppatasi in America latina, che tende a porre in evidenza i valori di emancipazione sociale e politica presenti nel messaggio cristiano. La nascita del movimento risale alla conferenza episcopale latinoamericana (Celam) svoltasi nel 1968 a Medellín, in Colombia, allorché i rappresentanti della gerarchia ecclesiastica del subcontinente presero posizione in favore dei gruppi più diseredati della società latinoamericana e della loro lotta e si pronunciarono per una chiesa popolare e socialmente attiva.
La denominazione divenne universale dopo la pubblicazione del saggio del sacerdote peruviano Gustavo Gutiérrez, Teologia della liberazione (1971). Il diffondersi in quasi tutto il subcontinente, durante gli anni settanta, di dittature militari o di regimi pesantemente repressivi, sovente causa di acute frizioni fra ampi settori della Chiesa cattolica e i poteri costituiti, incentivò l'impegno dei teologi della liberazione che vennero elaborando proposte sempre più radicali per far fronte all'aggravarsi della crisi politica e sociale latinoamericana. Notevole diffusione ebbero in questo periodo le comunità ecclesiastiche di base (Ceb), nuclei ecumenici impegnati a vivere una fede di partecipazione ai problemi della società, che misero radici un po' in tutti i paesi ma soprattutto in Brasile e Nicaragua. In Brasile, grazie anche all'appoggio del cardinale di San Paolo, Paulo E. Arns, e del vescovo Helder P. Camara, ne sorsero quasi 100.000. In Nicaragua numerosi sacerdoti e laici cattolici presero parte alla lotta armata contro la dittatura di A. Somoza e in seguito sacerdoti come Ernesto Cardenal e Miguel D'Escoto entrarono nel governo sandinista. La terza riunione della Celam, svoltasi a Puebla, in Messico, nel 1979, pur riaffermando e sviluppando i princìpi elaborati a Medellín evidenziò anche l'emergere di una forte opposizione, portata da settori conservatori, alle tesi della teologia della liberazione. Questa opposizione andò rafforzandosi negli anni ottanta grazie all'appoggio del pontefice Giovanni Paolo II. I principali artefici della teologia della liberazione furono progressivamente allontanati dai nodi gerarchici superiori e il loro campo d'azione venne via via ridotto. Emblematico fu il caso del frate francescano Leonardo Boff che, dopo diversi processi ecclesiastici, abbandonò l'ordine nel 1992.